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Salvatore Matta: “Fallimento Palermo sarebbe un’ingiustizia. 31 anni fa… “

Torna a parlare Salvatore Matta. Trentuno anni dopo il fallimento e la radiazione del 1986, l’ex presidente del Palermo (ancora oggi avvocato) esce dal silenzio che si era imposto sulla vicenda a pochi giorni dalla notizia della nuova istanza di fallimento contro il Palermo calcio.

Intervistato dal Giornale di Sicilia, il suo commento è quanto mai amaro: “Pur non avendo simpatia per Zamparini, mi auguro che questa vicenda non sia frutto di un atto illegittimo come nel 1986. Perché illegittimo? Perché la FIGC guidata da Carraro non intervenne per delle lotte politiche e il Palermo (che aveva grande rilevanza politica) non venne iscritto. Carraro mi avvisò di stare attento, ma l’iscrizione era pronta”.

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E aggiunge: “Avevamo depositato in Lega un miliardo di vecchie lire con i preliminari di cessione di Bigliardi e Sorbello, c’erano già le caparre depositate. Il curatore poi ottenne dalla FIGC tutti i soldi, risarcimento danni compreso, per pagare tutti i debitori dopo il fallimento. Solo Gorgone e Gunnella hanno cercato di aiutarci; anche Vizzini poi si fermò. E Orlando disse a Carraro che dove non può un ministro e un sindaco non può riuscire un privato”.

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E sul presente dice: “Oggi il Palermo, sino a prova contraria, paga giocatori e fornitori, non c’è insolvenza: sono convinto che il fallimento non ci sarà, sarebbe un’ingiustizia e D’Antoni (presidente del tribunale) è uno scienziato in materia”.

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