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Serie B, cambiare allenatore conviene: 6 club hanno “svoltato”

Cambiare allenatore conviene. O, almeno, in questa Serie B è così: su nove società che hanno deciso di cambiare in panchina, ben sei hanno scalato posizioni in classifica, mentre soltanto tre club non sono riusciti a migliorare la propria situazione. E questa statistica farà certamente arrabbiare quella grande fetta di tifoseria del Palermo che da settimane spera in un cambio di allenatore in panchina. Cosa che – con la guida del City Group – appare ancora molto difficile nonostante un andamento fallimentare negli ultimi due mesi.

Il cambio di passo più importante è arrivato a Cremona, con l’arrivo (inizialmente sottovalutato) di Stroppa. Un balzo di sei posizioni, dall’undicesimo posto lasciato da Ballardini al quinto occupato da Coda e compagni, che ora sognano la promozione. Non sono cambiati solo i risultati e i punti ottenuti, ma anche il gioco offerto: la Cremonese aveva una media inferiore ad un gol a partita, mentre con Stroppa ne segna quasi due ogni match.

Fanno compagnia alla Cremonese il Como, il Brescia e il Bari, che in realtà hanno deciso di esonerare i loro allenatori per dare una scossa all’ambiente. A Como, il cambio in panchina – Fabregas per Longo – è stato voluto per far divertire di più i tifosi: il gioco in realtà non è migliorato molto (e lo ha sottolineato proprio il tecnico), ma i risultati sono stati ancora più positivi, con la squadra che è passata dal sesto al terzo posto.


A Brescia e Bari, invece, c’è una questione legata ai presidenti, presi di mira dalle tifoserie. Quelle di Cellino e De Laurentiis sono state più delle risposte alle forti critiche delle curve, scontente non soltanto dei risultati ottenuti in campo, ma anche dell’impegno delle società e dei dirigenti. E qualche punto in più in effetti è arrivato: con Maran, il Brescia ha guadagnato 4 posizioni; mentre il Bari, con Marino, si è riaffacciato alla zona playoff.

Ci sono poi altre cinque squadre che hanno cambiato allenatore. Ternana e Lecco hanno leggermente migliorato la loro situazione con gli arrivi di Breda e Bonazzoli: i rossoverdi sono passati dal 19° al 17° posto, mentre i lombardi dall’ultimo al 16° posto. Poi ci sono lo Spezia e la FeralpiSalò, che anche con i nuovi tecnici – D’Angelo e Zaffaroni – sono rimaste al 18° e al 20° posto. E infine c’è l’Ascoli, l’unica squadra a cui non è convenuto l’esonero: dal 17° posto con Viali, i bianconeri sono passati al 19° posto con Castori.

LE SQUADRE CHE HANNO CAMBIATO ALLENATORE

  • Cremonese: dall’11° al 5° posto
  • Como: dal 6° al 3° posto
  • Brescia: dal 14° al 10° posto
  • Bari: dal 12° al 9° posto
  • Ternana: dal 19° al 17°
  • Lecco: dal 20° al 16° posto
  • Spezia: rimasto al 18° posto
  • FeralpiSalò: rimasta al 20° posto
  • Ascoli: dal 17° al 19° posto

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17 thoughts on “Serie B, cambiare allenatore conviene: 6 club hanno “svoltato”

  1. Quindi, è evidente che un cambio di allenatore serve, soprattutto quando il gioco latita, per colpe dell’allenatore esonerato.
    Peccato che City Group da quell’orecchio non ci senta

  2. Ma noi non abbiamo bisogno di cambiare allenatore anche perché non è urgente e necessaria la promozione. Non esiste obiettivo che non sia mantenere la categoria.

  3. Una società cambia allenatore quando è primario raggiungere gli obiettivi annuali che si è prefissato di raggiungere. E quindi fa di tutto.
    Noi non abbiamo obiettivi se non vivacchiare anche in serie C.

  4. Queste cose le dovreste dire alla società in conferenza stampa o incontri tipo quello di ieri, non a noi tifosi, che leggendo questi articoli aumentiamo la dose di bile prodotta in questi giorni

    1. Filippi rispetto a Corini era Guardiola. Almeno blindò Brunori quando all’inizio non segnava manco su rigore dicendo che avrebbe fatto 30 gol. Cosa che puntualmente avvenne. E poi lancio’ qualche giovane. Come Lucca, la cui vendita permise a Mirri di affrontare il secondo campionato di C, e Buttaro, della cui crescita si sarebbe giovato pure Baldini. La verità è che Genio sta andando peggio persino di Boscaglia. Con qualche similitudine. Lui fa giocare sempre titolari Mateju e Gomes. Quell’altro schierava sempre nell’undici di partenza Somma e Kanoute’. O era Kante’? No, era proprio Kanoute’, uno dei pupilli di Rosanero. Tuutavia Boscaglia, a fronte di risultati meno deludenti di quelli ottenuti dalla Negghia Assoluta di Bagnolo Mella, fu fatto saltare come un tappo di Champagne assieme alla sua presunzione. Mentre Corini rimane impunito e continua a fare danni.

  5. Si sono d’accordo con Luca, queste notizie sugli effetti positivi del cambio allenatore, dovreste girarle alla società o a chi rappresenta oggi il Palermo che non è nemmeno chiaro chi sarebbe.

  6. Avevo paragonato tempo fa la nostra società come un Conad Superstore, ma mi sbagliavo, perché almeno li tu puoi eventualmente parlare o lamentarti con il Direttore del supermercato, qui nemmeno questo.

  7. Corini fu ingaggiato dal Lecce in serie B ,contratto triennale. A fine campionato fu esonerato, ecco le parole testuali di Pantaleo Corvino, grande ds del Lecce: “Ho dovuto mettere in luce i motivi di mancata crescita della squadra: nel girone di andata abbiamo vinto tre sole volte in casa, con 14 reti subite. Quindi ti aspetti per un giustificato motivo che nel girone di ritorno il trend cambi, anche alla luce degli aggiustamenti in sede di mercato e invece ti ritrovi che hai vinto solo altre tre volte, prendendo sempre 14 gol. Poi arrivi alle ultime quattro giornate, con quel vantaggio sulle inseguitrici, per cui ti aspetti quel qualcosa in più per centrare quell’obiettivo cui prematuramente saremmo potuti arrivare. Invece nessuna vittoria nelle ultime sei gare 4 più 2 di play-off), con 5 gol fatti e 10 subiti. Non è questo un percorso che potevo ignorare, quindi con dispiacere si prendono certe decisioni, assumendoci delle responsabilità”.
    A Lecce hanno avuto le palle, l’anno successivo andarono in serie A con Baroni allenatore.

  8. Queste invece le parole di Sticchi Damiani, presidente del Lecce, quando ha cacciato via Corini con un contratto triennale:”La nostra decisione è stata esclusivamente di natura tecnica: volevamo porre le basi per un progetto triennale, è vero, ma andare subito in Serie A sarebbe stato un vantaggio incredibile. Abbiamo avuto la possibilità di centrare la promozione, l’abbiamo sprecata e ora a fare il salto di qualità saranno squadre che non hanno certamente un organico sulla carta più forte del nostro.”

  9. Evidentemente la società ritiene che non ci sono allenatori in grado di migliorare il gioco. Si accontentano di corini…..

  10. La mia paura più profonda è che questo allenatore ci può portare in serie C, sarebbe come ricominciare daccapo, non voglio nemmeno crederci. Spero vivamente che la mia sensazione sia sbagliata.

  11. Non a caso a Lecce hanno oggi una delle più belle realtà calcistiche meridionali. Partendo da un grande Ds, Corvino, hanno costruito un settore giovanile all’avanguardia e una squadra da A. È quello che spero avvenga qui a Palermo. Speriamo bene.

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