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Sforzini al Corsport: “A Palermo per scrivere la storia. In A? Tra due anni e mezzo…”

Sforzini c’è. L’attaccante rosanero si racconta in una bella intervista realizzata da Salvatore Geraci per il Corriere dello Sport ma prima di tutto garantisce la sua presenza contro il Corigliano: “Il naso? Lo hanno rimesso a posto. Ho ricevuto una gomitata. Contro il Palermo tutti si accendono. Domani ci sarò, sia pure con la maschera. E anche dopo il Corigliano, mai fermarsi. Dobbiamo solo pareggiare l’agonismo degli avversari”.

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Sforzini racconta la sua storia (“Nando con la valigia pronta”) tra tante squadre, aneddoti e il ruolo giocato dagli infortuni: “Il primo gol? Con la maglia del Sassuolo contro il Pizzighettone: stop di petto e pallonetto. Il più bello devo ancora farlo (ride, ndr). Gli infortuni mi hanno impedito traguardi migliori. Nel 2016, dopo la frattura alla tibia, sono uscito dal giro. L’età c’è, però mi sento bene e Palermo può farmi tornare in pista per scrivere un pezzo di storia rosanero. Pergolizzi? Non lo conoscevo. E’ entrato in punta di piedi e ha ottenuto risultati. Persona vera, ti migliora sul piano caratteriale ed è un grande lavoratore. Ha inciso almeno al 60% sul nostro rendimento”.


Poi racconta il rapporto con suo figlio: “Ho pianto due volte. Per mio figlio Marcello quando gli ho dedicato il gol in rosa e per una foto che mi ricordava il grave incidente. Sono separato, lui vive con la madre. Mi piacerebbe stargli vicino ma con il calcio è difficile. Domani è al Barbera. Lui comunque accetta la nostra situazione. Giorni fa, ha fatto i compiti con me, l’ho trovato cresciuto e sveglio”.

E aggiunge: “Nella mia carriera avrei dovuto essere più maturo, accettare qualche consiglio. Invece, essendo testone, ho pagato dazio. Ciascuno ha quello che si merita ma esiste sempre una nuova opportunità. Avellino? Pensavo di meritare riconoscenza. Con la vecchia dirigenza sarei rimasto. Si è chiusa una porta e si è aperto un portone, un capitolo, spero, stupendo. Non ho mai giocato a Firenze? Tra due anni e mezzo potremmo essere in A. E si chiuderebbe un cerchio”.

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