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Sorrentino, il Bologna e la “papera” che frenò il Palermo

L’incubo dei portieri, le “papere”. Brutte figure in mondovisione, sotto gli occhi di chi ti osserva allo stadio o comodamente seduto sul divano. Un incidente, un imprevisto che mette imbarazzo, ansia, pressione, e che può incidere sul risultato e sugli obiettivi di una stagione. Quello che un portiere non si augura mai, un evento che a Palermo si è visto parecchie volte. Ne sa qualcosa Josip Posavec,  il croato pupillo di Zamparini tanto da essere presente nella top 11 del patron friulano. Scelte discutibili ma pur sempre personali e da rispettare. E di papere il 20enne ne ha commesse parecchie in questa stagione. Due palloni sotto le gambe contro il Napoli ( al ritorno fu decisivo per il pareggio partenopeo), palla che scivola sotto il braccio come contro la Roma o due uscite a vuoto contro il Torino. Capita, difficile spiegarne i motivi a volte. Ne sa qualcosa anche Agliardi, quel colpo di petto per stoppare la palla nel derby contro il Catania. La sfera però non si ferma e scivola via verso la rete. Che sciagura.

Ne sa qualcosa anche Stefano Sorrentino. E il 15 aprile è tempo di anniversario, da dimenticare eppure ancora ricordato. Nell’esperienza d’amore tra Sorrentino e il Palermo, la papera contro il Bologna ancora ritorna alle menti e che rimane inesorabilmente come una macchia nel curriculum. Non pesante, per carità, ma c’è. E’ lì. Con video che supportano i ricordi. Stagione 2012-2013. E’ il solito Palermo, pazzo, dai continui alti e bassi, con una squadra di poche certezze e tante scommesse. Zamparini è in forma, alterna allenatori come pile del telecomando. Inizia Sannino, prosegue Gasperini, ne prende l’eredità Malesani. Eredità che dura tre giornate, Gasperini si riprende il posto ma in ritiro decide di rescindere il contratto. Si ritorna alle origini con Sannino. Solito caos, Lo Monaco diventa amministratore delegato e nel mercato invernale porta Sorrentino e una serie di presunti ottimi giocatori che avrebbero fatto la differenza. Vi ricordate chi sono? Rinfreschiamoci la memoria: Boselli, Fabbrini, Anselmo, Faurlin, Formica…può bastare.

Il portiere ex Chievo è l’unico fiore all’occhiello. E subito si impone come una colonna, ruolo che avrà negli ad avvenire e coronato con la fascia da capitano. Il Palermo lotta per non retrocedere. Dopo l’ennesimo e ultimo ritorno di Sannino, perde contro il Milan ma si riprende e riesce a battere la Roma in casa e la Sampdoria a domicilio con Ilicic e Miccoli protagonisti. Nella giornata successiva al “Barbera” si presenta il Bologna. Pubblico delle grandi occasioni, una vittoria per continuare la striscia positiva e per sperare. I rosanero partono forte, ancora Ilicic spara una cannonata delle sue per il vantaggio. Poi succede quello che non doveva succedere. Donati, schierato come difensore centrale in una linea a tre, compie un retropassaggio discutibile. Sorrentino esce, non spazza in gradinata, tenta un improbabile stop di petto a terra. Palla sotto le gambe, Gabbiadini è in agguato e sigla il pareggio.


Quattro anni oggi, un errore che costò caro al Palermo. Il portiere affidabile che, nella frazione di un secondo, rovina tutto. Una palla non controllata, traditrice, che cambia le sorti di una gara e di una stagione. Un errore che, lo stesso Sorrentino, ha definito come il peggiore della sua carriera. Tanta amarezza per un evento che non ti aspetti e che accade sul più bello. Quando sembra che tutto va per il meglio la doccia fredda, un intervento sciagurato e forse anche evitabile che lascia un segno, una cicatrice. Tempi passati, protagonisti. Intanto il Palermo ritrova il Bologna e la mente va sempre a quel momento, a Sorrentino e quella frittata indimenticabile.

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