Tagliavento: “Il gol di Muntari è il mio errore più evidente”
Paolo Tagliavento ha arbitrato per l’ultima volta lo scorso 13 maggio, Roma – Juventus 0 – 0. A fine match molti calciatori e i due allenatori sono andati ad abbracciare il fischietto nato a Terni, che ha debuttato ai massimi livelli nel 2004.
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Tagliavento, intervistato da “Il Messaggero”, ha parlato del suo ritiro: “A Coverciano ho versato un po’ di lacrime quando Rizzoli e gli altri arbitri di Serie A hanno salutato me e Damato. Un momento commovente. L’abbraccio di De Rossi non è stato il solo: con tanti calciatori si è instaurato un rapporto di stima e affetto reciproci. Sono sereno, ho coronato il mio sogno, anche se mi sarebbe piaciuto dirigere un finale Mondiale o di una competizione europea”.
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Su Calciopoli, dice: “Un periodo tremendo, giorni terribili che per fortuna sono durati poco. Io ero estraneo, come è stato appurato dalla giustizia. Fare l’arbitro è stato una scuola di vita: a 15-17 anni impari a prendere da solo le decisioni e a crescere prima”.
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Tagliavento ripercorre anche alcuni momenti particolari della sua carriera: “Le manette di Mourinho? Mi hanno dato fastidio, ma solo per un attimo. Tutti dissero che avevo diretto molto bene. Il gol di Muntari è il mio errore più evidente, oggi si sarebbe evitato in un decimo di secondo con il VAR. Il futuro? Vorrei portare la mia esperienza come insegnamento per i ragazzi”.
Due le categorie da spazzre via, ed entrambe emettono giudizi sottraendosi ad ogni responsabilità. Fanno schifo allo stesso modo. Arbitri e giudici Pagherei per poterli sottoporre a test sul quoziente intellettivo, in particolare i secondi. Non credo arrivino al minimo di una persona già scarsamente intelligente. Hanno il mio più totale disprezzo. Mi consola il fatto che nella bibbia Dio stesso li chiamerà in giudizio per primi.