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Tedino “batte” Gattuso, il Palermo ha tre punti in più rispetto a 4 anni fa

Il Palermo si può accontentare. Il Frosinone, nel posticipo di ieri sera, non è andato oltre il pareggio casalingo contro la Cremonese (che vale comunque il primo posto per i ciociari) e così dopo la settima giornata di campionato la squadra di Tedino occupa il secondo posto insieme a Perugia e Avellino. I 13 punti conquistati finora dal Palermo (quasi due punti a partita) non hanno però ancora sciolto gli animi di molti tifosi. Colpa, forse, di un gioco non esaltante, a tratti speculativo e sicuramente molto prudente, che sembra avere messo in secondo piano i risultati. Eppure, il Palermo è l’unica squadra imbattuta di Serie B, un dato da non sottovalutare in un torneo equilibrato e lungo come quello cadetto.

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Prevale lo scetticismo, dunque. Eppure questo Palermo è partito meglio rispetto a quello della stagione 2013/2014, l’ultima in B dei rosanero, che si concluse con la promozione e il record di punti (ben 86). Gattuso, alle prime armi in panchina, ebbe una partenza traumatica: due vittorie (contro Padova e Cesena), un pareggio (all’esordio contro il Modena) e ben tre sconfitte (contro Empoli, Spezia e Bari). Tre k.o. in sei gare che sono costati la panchina all’ex centrocampista del Milan, sostituito poi da Iachini che ha dato il via alla cavalcata trionfale debuttando subito con un successo. La classifica di quattro anni fa, dopo sette giornate, vedeva un Palermo all’ottavo posto, con 10 punti. In pratica con Gattuso si viaggiava alla media di poco più di un punto a partita, con Iachini in panchina il rendimento è raddoppiato.


Anche allora c’era molto malcontento per il gioco espresso e probabilmente nessuno ancora aveva capito le reali potenzialità della squadra. Con il senno di poi si può dire che quella squadra era molto più forte di quella di quest’anno ma in realtà un giocatore come Munoz veniva fischiato, Dybala era ancora un “picciriddu” per di più “raccomandato” dal presidente, Belotti una giovane promessa dell’AlbinoLeffe, Hernandez era al confine con la formazione Primavera, perfino il “mudo” Vazquez è partito dietro le quinte e solo successivamente è stato integrato in formazione.

MARINO: “IL PALERMO METTE TIMORE”

La maggiore esperienza di Iachini, gradito dal pubblico per i suoi trascorsi da giocatore, è stata la chiave del successo. Questione di “manico” ma probabilmente anche questione di modulo, voluto da chi la serie B la conosceva bene e l’aveva vinta. Un confronto può essere utile anche per valutare la squadra di Tedino di oggi, magari brutta e cattiva, ma finora molto solida. Gattuso, nei primi sei turni, ha alternato schieramenti piuttosto offensivi come il 4-2-3-1 e il 4-3-1-2, con Dybala e Di Gennaro arruolati a turno come trequartisti. Iachini cambiò atteggiamento e passò al 3-5-2 che si rivelò la formula vincente. Lo stesso 3-5-2, più o meno, utilizzato da Tedino che è partito dal 3-4-1-2 ma che si è trasformato nei fatti in un 3-5-2 anche a causa delle troppe assenze. Segno che forse la prudenza, in Serie B, paga più della spregiudicatezza. 

L’attacco del Palermo di oggi è leggermente più sterile, complice anche le soluzioni ridotte e quasi obbligate a livello di numeri e tasso tecnico. Nove le reti messe a segno dai rosanero fino ad ora  contro le 11 del 2013. La difesa è però più solida: sole 5 reti incassate (meglio ha fatto solo il Venezia con 4) contro le 7 dell’ultima serie B, nonostante Sorrentino fosse certamente più esperto e sicuro di Posavec. In Italia, si sa, vince di più chi subisce di meno. 

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Il confronto tra le due stagioni rappresenta comunque un gioco, semmai un invito a riflettere sulle prospettive attuali della squadra. Il Palermo di quattro anni fa sembrava più attrezzato ma, nel frattempo, sembra essere ulteriormente calato il tasso tecnico del campionato. Se il Palermo ha fatto abbastanza bene con una squadra largamente rimaneggiata (e ancora incompleta) si potrebbe presupporre uno sviluppo del campionato ancora più favorevole, soprattutto se al mercato di gennaio verranno fatti acquisti mirati. Ma troppi se e ma nel calcio valgono zero.

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