Tedino: “Io e Zamparini? Ci basta la promozione. Se suggerisce lo ascolto, ma… “
Bruno Tedino e Zamparini. Il tecnico rosanero si racconta in una lunga intervista in cui ripercorre i momenti chiave del proprio passato, delle proprie origini e del rapporto con il patron, conosciuto oltre 20 anni fa e ora di nuovo “insieme” a caccia della promozione in Serie A: “Ho visto il Pordenone, voglio che il Palermo giochi lo stesso calcio vincente”, gli disse Zamparini alcuni mesi fa.
Intervistato dal Corriere dello Sport, l’ex tecnico del Pordenone ha affermato: “Il primo impatto con Zamparini fu tra il 1995 e il 1997 nelle giovanile del Venezia. Non penso di avergli nemmeno parlato. Dopo vent’anni, squilla il telefono. É lui e mi offre di guidare il Palermo. Non ho dubbi sulla risposta ma debbo prima vedere Lovisa, presidente del Pordenone. Sarebbe stato un tradimento ignorarlo”.
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Due caratteri diversi a confronto: “Lui travolgente e sicuro, io in punta di piedi. Anche a Palermo bisognava ricreare ambiente e gruppo. Il mio rapporto con Zamparini è professionale e garbato. Quando lo trova opportuno mi suggerisce qualche idea. Lo ascolto. Un personaggio con tanta esperienza, passione e competenza deve poter dire certe cose. Ma non mi ha mai detto chi mandare in campo, chi è meglio o peggio”.
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“Ovviamente – aggiunge – è la proprietà e non deve sapere le cose dal buco della serratura. Va informato su ciò che si fa e su cosa succede. E se qualcuno ha giocato male, ed è vero, non posso arrampicarmi sugli specchi per sostenere il contrario. Persa l’imbattibilità col Novara, paradossalmente non si è incavolato. Un sospiro di sollievo per entrambi, aggiungo. Non siamo a caccia di record. Ci basta la promozione”.
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E pensare che Bruno sarebbe potuto entrare nell’Arma sulle orme del padre: “Ho interrotto una tradizione: bisnonno, nonno, papà e zio. Ho studiato ragioneria, poi l’università, economia aziendale. Pensavano che diventassi scienziato. Avevo dell’altro in testa. A 8 anni mi allenai con i ragazzi più grandi a Treviso: feci un provino, mi dissero che ero troppo piccolo. Ma poi mi presero”.
“Di quel momento conservo la maglia sporca del Torino. Da mio padre ho ereditato una simpatia per il Toro, ma resto sempre il bambino tifoso della Sacilese”. Un’intervista all’insegna dei ricordi quella di Salvatore Geraci, che ripercorre anche i suoi inizi da allenatore e l’emozionante incontro con Sacchi che lo volle negli organici federali: un incontro che gli ha cambiato al vita e la carriera.
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Ma poverino Ciccio tedino cerca di darsi un tono ancora non ha capito cosa fare non capisco gli elogi il palermo gioca male pur essendo la formazione favorita per voi giornalisti non x me perche è praticamente la stessa dello scorso anno scarsa anche in C