Trapani, una bella storia di calcio. Ora tutti “in campo” per difendere la B
La Sicilia del calcio abbraccia il Trapani. Dopo due anni di “purgatorio” la squadra granata è tornata in serie B e lo ha fatto in modo perentorio, con una cavalcata straordinaria in campionato e senza sconfitte nelle sfide di playout contro avversarie “strutturate” come Catania e Piacenza.
Insomma, un trionfo che potrebbe avere il sapore del “miracolo” sportivo ma che in fondo non è altro che una bella storia di calcio che parte da lontano, dalle meravigliose cavalcate degli anni passati, dai quattro anni di serie B che hanno consacrato il Trapani nell’elite del calcio, dalla presidenza Iracani e dagli sforzi economici e organizzativi di Liberty Lines che ha saputo e soprattutto “voluto” andare avanti anche quest’anno nonostante le tante difficoltà, dalla capacità di tutti di stringere i denti per non vanificare nel finale i sacrifici di un’intera stagione.
Vincenzo Italiano è senza dubbio uno dei principali artefici della promozione, ha gestito con polso situazioni difficili, ha assemblato bene una squadra di qualità ma inesperta, ha fatto da cuscinetto quando sono arrivati gli scossoni, ha dimostrato di essere pronto per il salto di categoria e non è un caso che sia inseguito da tante società.
FESTA TRAPANI: 2-0 AL PIACENZA ED É SERIE B
Un successo di tutti i protagonisti sportivi (non va dimenticato il ds Rubino che ha assemblato la squadra) e ovviamente anche della nuova proprietà, che ha fatto una scelta coraggiosa e adesso – dopo i mugugni delle ultime settimane – deve dimostrare di poter accompagnare il salto di qualità. L’ad Maurizio De Simone ha fatto professione di ottimismo e già prima di alzare la coppa della felicità ha rassicurato tutti, parlando di progetto “lungimirante” e di carte in regola per la serie B.
E in effetti le novità sono arrivate subito, con la cessione dell’80% di quote al gruppo Heller (annunciata ma non ancora ufficiale, LEGGI QUI) che potrebbe essere un elemento di serenità perchè difficilmente De Simone avrebbe potuto, da solo, far fronte ai tanti impegni.
È cominciata la corsa contro il tempo, le scadenze incombono, ci sono da trovare le pendenze e regolarizzare l’iscrizione. La speranza è che Trapani non resti solo a guardare e che la ritrovata serie B possa stimolare l’imprenditoria locale a farsi parte attiva. La serie B è un patrimonio della città, dell’intera provincia e va difesa. La felice epoca dei Morace, la più bella di tutta la storia granata, non è più replicabile.
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UM ESEMPIO, COME IL LECCE , CHE SI PUÒ VINCERE ANCHE CON POCHI SOLDI….!!
Il Lecce non ando’ in serie A con pochi soldi. Il campionato di serie C non è quello di serie B.
caro da Panama in questo sistema calcio business quello che dici tu ha un valore relativo….certo ci sono differenze di gestione (e anche di obiettivi di fondo) ma oltre una certa soglia senza i capitali pesanti non si può andare….vedremo cosa farà il Lecce ma mi risulta che lì ci sono anche capitali di una certa entità
d’altronde i commenti di quelli che pensano di risolvere il problema protestando con l’idea di convincere i padroni a tirare fuori i soldi (che peraltro non hanno) non so se mi fanno più ridere o piangere…….
È impensabile pensare ad una promozione in massima serie puntando esclusivamente su gente proveniente dalla primavera ed avere un tetto ingaggi di urca 200 ml euro prettamente da serie C. Bisogna solo pensare a salvare la categoria.