Tre attaccanti e un regista “vero”: ecco il calcio di Pasquale Marino
Pasquale Marino è sempre stato un allenatore con le idee chiare. In tutte le sue avventure in giro per l’Italia, il tecnico classe 1962 ha sempre imposto il suo credo, anche a costo di andare incontro a brutte figure, ma è proprio questo il tratto distintivo che spinge tanti dirigenti ad affidare al tecnico di Marsala le proprie squadre.
LA CONFERENZA STAMPA DI MARINO
Il calcio di Pasquale Marino è in costante evoluzione ma conserva dei punti in comune con quello di un altro “profeta” passato da Foggia, Zdeněk Zeman. Il 4-3-3 è il modulo che più di tutti ha dato soddisfazioni al tecnico siciliano, come confermato anche nella prima conferenza stampa a Palermo; un sistema di gioco interpretato dai giocatori in maniera offensiva, sempre con l’idea in testa di dominare la partita e andare alla ricerca della porta nel più breve tempo possibile.
Le ali sono attaccanti veri, non centrocampisti adattati nel ruolo, mentre la prima punta è messa nelle migliori condizioni per fare tanti gol. Ai tempi del Catania, per esempio, il tridente era composto da Spinesi, Mascara e Corona. È stato proprio Marino ad aver cambiato la carriera di Antonio Di Natale, trasformandolo da seconda punta/ala a un attaccante capace di giocare più vicino alla porta e di segnare grappoli e grappoli di gol ogni anno. L’ex attaccante dell’Udinese, dalla stagione appena conclusa, è un assistente del tecnico, si occupa della fase offensiva e potrebbe seguirlo nell’esperienza a Palermo.
Per il gioco di Marino, poi, a centrocampo è necessario un vero regista, uno di quelli capaci di dettare i tempi del giro palla e capace di verticalizzare subito, già al secondo tocco. Ai tempi dell’Udinese c’era un fantastico Gaetano D’Agostino, mentre più di recente, allo Spezia, il ruolo al centro del campo lo ha ricoperto con successo Matteo Ricci. Le mezzali, invece, sono libere di inserirsi in fase offensiva e di provare il tiro da fuori. Il gioco di Marino, infatti, è corale più che incentrato sulle qualità del singolo e la fase offensiva ne beneficia.
Le squadre dell’ex allenatore del Catania segnano tanto. Lo Spezia, nell’ultima stagione, ha chiuso la regular season con 53 gol fatti, dietro solo alle big Brescia, Lecce, Benevento e Palermo. In fase difensiva, invece, spesso le compagini di Marino hanno fatto fatica, subendo tante reti, ma nel corso degli anni il tecnico ha migliorato questo aspetto grazie anche alla difesa a 3, utilizzata con continuità nell’esperienza a Brescia ma anche a Frosinone. L’applicazione di questo sistema di gioco, però, è sempre molto offensiva, con gli esterni che giocano più nella metà campo avversaria che accanto ai tre difensori.
Integralismo? Quasi, perché in fondo per Pasquale Marino sono più importanti le idee, i concetti di gioco da applicare; starà a lui saperli plasmare sulla rosa a disposizione, che a detta della proprietà sarà giovane e molto diversa da quella precedente. La parola d’ordine, quindi, sarà pazienza, per vedere i primi risultati ci potrebbe volere un po’ di tempo.
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Ma ci rendiamo conto che questi non hanno ancora versato un solo euro e abbiamo 50 milioni di debiti e parliamo di Marino e giocatori vari….
Parliamo di moduli quello che fa la differenza sono i giocatori che per essere acquistati ci vogliono i soldi ecco arrivo al punto ma questi qui hanno mai parlato di budget?
Dipende dai giocatori che hai a disposizione, senza piedi buoni e attaccanti forti nemmeno Guardiola può vincere
UN REGISTA VERO….QUELLO CHE E’MANCATO AL PALERMO NEGLI ULTIMI ANNI…!
si ma i picciuli dove sono.
con quali soldi, quasi quasi tra poco si parla di fallimento!
Con questi morti di fame finiremo dritti in serie c.
Jajalo sarebbe perfetto come regista per il gioco di Marino. La società accontenti i tifosi e offra il rinnovo a Jajalo. Il suo sogno è chiudere la carriera a Palermo. All’Udinese sta andando solo perché il Palermo non lo vuole.
I tre attaccanti ideali per il modulo di marino sono Trajkovski, puscas e Nestorovski. Sono perfetti per il gioco di marino