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Vazquez: “Dybala amico-avversario. Nazionale? Sto aspettando”

Domani sarà tempo di Champions League per la Juventus e la squadra di Max Allegri troverà subito di fronte a sé il Siviglia di Jorge Sampaoli. Allo Stadium, però, ci sarà una sfida nella sfida, quella che vedrà opposti Franco Vazquez e Paulo Dybala. Uno scontro “fraticida” quello tra i due argentini, che fa salire la nostalgia ai tifosi del Palermo che fino a due anni fa potevano vedere le magie di entrambi coi colori rosanero. Da due anni Paulo ha iniziato l’avventura alla Juventus, mentre Franco ha voltato pagina qualche mese fa vestendo la maglia dei nerviones.

Per Vazquez sarà l’esordio in Champions League: le gambe tremeranno, ma il Mudo è consapevole di aver fatto la scelta giusta: “Sono venuto a Siviglia per giocare in Europa – ammette Vazquez in un’intervista alla Gazzetta dello Sport – però è certo che il sorteggio ha aggiunto parecchia ciccia al mio asado europeo”.  Subito la sfida con la Juventus e subito la sfida a Dybala: “È presto per dire se la Juventus è favorita per la vittoria in Champions, però sicuramente ha fatto un mercato con quell’obiettivo e vorranno partire forte per mandare un segnale agli avversari. Li vedo lì a lottare per arrivare a Cardiff con Real, Barça e Psg. Se ho sentito Dybala? Certo. Ci siamo sfottuti e presi in giro al momento del sorteggio. Stasera, alla vigilia, di nuovo. È un piacere ritrovare un amico, anche se da avversario”.

Il campionato del Siviglia è iniziato nel migliore dei modi con 7 punti nelle prime tre partite. Il dato che preoccupa, però, sono i gol subito dagli andalusi: 5 in tre partite di campionato, che diventano 13 se si considerano le gare con Barcellona in Supercoppa Spagnola e con il Real Madrid in Supercoppa Europea. Vazquez, però, non guarda le statistiche. “Noi andiamo “partido a partido” come dice sempre Simeone. I tifosi sono contenti ma in qualche modo anche “stanchi” dell’Europa League, vogliono di più e hanno ragione. Proveremo in ogni modo ad accontentarli. L’idea di Sampaoli è quella di andare sempre avanti, attaccare, attaccare. È dall’inizio della stagione che stiamo cercando di migliorare l’aspetto difensivo. Sappiamo che dobbiamo avanzare ma non possiamo concedere tutti gli spazi che stiamo lasciando dietro, altrimenti le cose si complicano. La pressione nostra, dei trequartisti dico, è fondamentale. Ci stiamo lavorando. L’idea di Sampaoli è molto bella, attrattiva, però per farla fruttare c’è bisogno di grande solidarietà da parte di tutti. Poi Jorge è qui da poco: nuovi schemi, tanti nuovi giocatori e una squadra consolidata sullo stesso stile di gioco da diversi anni. E che stile: con Emery era tutto il contrario rispetto a Sampaoli. Dobbiamo abituarci al cambio di gioco, chi è appena arrivato così come chi era già qui. E ci sono tante lingue nuove, tante nazionalità: non è semplice ma stiamo migliorando. Anche per questo il test di Torino sarà interessante: ci dirà a che punto siamo”.


Tornando a parlare dell’Italia, Vazquez non ha dubbi sulla lotta scudetto. “In Serie A si gioca per il secondo posto, la Juve ha un vantaggio enorme rispetto alle altre. Roma e Napoli mi piacciono, sono le due squadre che possono provare a dar fastidio, ma la differenza con i bianconeri è troppo grande. L’Inter ha fatto moltissimi cambi. È una grande squadra che dovrebbe sempre lottare per lo scudetto, ma così è complicato. E il Milan mi sembra peggio. Spero possano tornare al loro livello, sono club storici, è un peccato vederli così. E il loro ritorno in alto farebbe bene alla Serie A: così è abbastanza noiosa”.

Per concludere, Vazquez parla della scelta della nazionale tra Argentina e Italia: “So che posso ancora scegliere e sto aspettando. Sono due maglie per me importantissime: ho la mamma italiana e sono nato in Argentina. Diciamo che ho il cuore diviso. Aspettiamo che mi chiami qualcuno poi le dirò. Mia madre vuole solo il mio bene. Se io sono felice, lo è anche lei. Però non mi ha chiamato nessuno, né Ventura né Bauza. Sono in lista d’attesa, e per due grandi maglie. Voglio dimostrare qua ciò che posso fare, poi vedremo”.

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