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Vedova Raciti: “La morte di mio marito è stato un sacrificio inutile”

Sono ormai passati 10 anni da quel tragico Catania-Palermo in cui perse la vita l’agente Filippo Raciti in seguito agli scontri tra la Polizia e i tifosi catanesi. Una ferita ancora aperta per la vedova del poliziotto, Marisa Grasso, che ancora non vede giustizia per suo marito e la giusta punizione per gli ultras violenti.

“Filippo è stato condannato a morte dai tifosi – racconta la vedova Raciti alla Gazzetta dello Sport –  ha perso tutto, mentre agli stessi ultrà un’altra possibilità, e non solo una, è stata concessa. Sono mancati due aspetti fondamentali: l’educazione alla legalità nelle scuole, come auspicava in primo luogo il generale Dalla Chiesa, e la vera tolleranza zero nei confronti degli ultrà violenti: i biglietti nominativi, la certezza della pena, il carcere il giorno stesso di una violenza commessa allo stadio sul modello inglese. Chiacchiere ne ho sentite tante. Ma in questi ultimi anni non sono mai stata invitata a parlare in una scuola, a portare una testimonianza, mentre avrei voluto più partecipazione da parte della gente”.

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