Verre – Palermo, “love story” eterna. Il supergol al Frosinone…
Proprio vero che certi amori fanno giri immensi e poi ritornano. Quella tra Valerio Verre e il Palermo, in effetti, è una love story che è iniziata bene parecchio tempo fa e che potrà finire anche meglio. Nel 2013 quel giovane Under, apprezzato da tecnico e tifosi per grinta e apporto alla squadra, restò nel cuore di tutti per aver contribuito a raggiungere la massima serie per l’ultima volta, attraverso il duro lavoro e la qualità. Ora Verre è tornato a risplendere nel club che lo consacrò e con cui spera di ottenere lo stesso magico risultato grazie a un bagaglio di esperienze più massiccio.
La rete da sogno segnata nell’ultimo incontro col Frosinone dimostra una crescita che non si è mai arrestata e ha acceso i riflettori sul centrocampista creando inevitabilmente un ponte con il passato. “Primo gol col Palermo? Me lo immagino con un tiro da fuori area”, le parole di un Verre “Nostradamus” che aveva predetto una rete che sarebbe arrivata solo 10 anni dopo.
“Mazza che bucio de cu*o!”. Si presentava invece così circa 10 fa, appena 19enne, dopo essere entrato nella famiglia Palermo dell’allora patron Zamparini: dimostrando grinta da vendere, ironia e molta consapevolezza per un giovane della sua età, oltre a un carisma non indifferente. In fondo, sin da bambino era considerato un predestinato e nel mirino delle big d’Italia e dell’estero.
Un “Romano de Roma” che ne conserva tutti i crismi e che punta alle stelle: passione per il “Pupone” Totti e De Rossi, per la maglia giallorossa e… la carbonara. Rigorosamente con guanciale, giammai pancetta. Una gioventù tranquilla quella vissuta nel rione Quarto Miglio, girovagando con la maglia firmata da Montella. Mamma Anna e papà Sandro due punti di riferimento inossidabili, con quest’ultimo che ha insegnato al figlio l’amore per lo sport, soprattutto tennis (seconda disciplina preferita) e, ovviamente, il calcio. Con la sorella Giulia affetto immenso: la foto nel comodino dei suoi 18 anni diventa così una reliquia di eterno valore.
Nel 2005 Verre era sul punto di andare anche a Manchester, in tenera età, sponda United per voler di sir Alex Fergusson, ma Bruno Conti, che poi avrebbe ereditato la formazione giallorossa dopo le dimissioni di Delneri, disse di “no”, che il ragazzo non si muoveva. Oggi il City ringrazia per lo sgarbo ai cugini dell’Old Trafford. Tutti lo volevano, insomma, e intanto Verre apprendeva come una spugna da ogni allenatore della Capitale: Tovalieri, che fu anche attaccante, gli diede il senso del gol; Stramaccioni instillò il valore della tattica e con Evani i primi segnali da leader, quando gli consegnò la fascia da capitano nell’Under 19 nonostante fosse sotto età rispetto agli altri (sotto età sì, sotto qualità no).
“Faccio il lavoro più bello del mondo“, disse umilmente, consapevole che il suo cammino stava appena iniziando. Alla Roma, squadra dei sogni, lo porta Ivano Stefanelli, allora responsabile del settore giovanile, ma lo lancia nella Primavera Alberto De Rossi (in servizio dal 2003 al 2022, l’allenatore più longevo nella storia della Roma U19), mentre lo fa esordire in Europa con i “grandi” Luis Enrique, a soli 17 anni, il 25 agosto 2011 contro lo Slovan Bratislava. Emozione enorme e mai dimenticata, una delle tante da inserire nel cassetto.
Al posto del tecnico, protagonista di una parentesi infelice, arrivò poi Zeman. “Pesante…, faticoso…”, confesserà Verre. Ma era tutta esperienza necessaria per un futuro nel massimo campionato che sarebbe arrivato con il debutto nel Siena poco dopo. Ci pensò infatti l’ex rosanero Beppe Iachini, che lo fece giocare contro il Torino e che un anno dopo lo avrebbe avuto anche a Palermo (in rosa, il debutto con la Juve Stabia). C’era affetto speciale e fiducia. Una giornata, quella contro i granata, che però non fu del tutto felice nonostante l’esordio. “Finì 0-0, partita bloccata, tornai negli spogliatoi insoddisfatto”.
A volerlo in rosanero, a dirla tutta, fu Gennaro Gattuso nella sua breve parentesi in viale del Fante. Il feeling tra la piazza e il giocatore c’era tutto, ma la Roma decise di riscattare Valerio, che era in comproprietà con l’Udinese, a fine anno per girarlo ai friulani stessi. Da lì scende in Serie B con vari prestiti, ma lasciando sempre un’impronta: col Perugia raggiunge i preliminari playoff; a Pescara nel 2016, mostra al mondo una delle sue caratteristiche con una bordata da 40 metri nella finale play off contro il Trapani di Coronado (altro ex Palermo) che vale la promozione degli abruzzesi. Eurogol in pieno stile “Palermo-Frosinone”.
Infine, la consacrazione in A con la Sampdoria: 6 anni intervallati da prestiti a Perugia, Verona ed Empoli fino al ritorno a Palermo. Ormai le sue caratteristiche sono ben note: centrocampista con l’innata capacità di leggere la manovra, sia in fase offensiva che difensiva. Ma il ragazzo che amava Playstation, Dragon Ball e “Viva la Vida” dei Coldplay è ormai cresciuto e può contare su una struttura calcistica totalmente nuova e matura, mettendola a disposizione di Corini per il finale di stagione.
Piccola curiosità: Verre “Nostradamus” aveva previsto anche quando… si sarebbe sposato. Dieci anni prima aveva dichiarato che il suo matrimonio sarebbe avvenuto avvenuto a 28 anni: la proposta ad Alessandra Galasso arrivò il 4 settembre 2021, seguita dal fatidico “sì”, con un gesto romantico in un ristorante di Portofino. Il 29 marzo 2022, le nozze a 28 anni esatti, come pronosticato. A settembre 2022, invece, il “gol” più bello ed emozionante per la coppia: la nascita di Aurora.
Buono in A, ottimo per la B . Questa è la tipologia di giocatori che serve per creare i presupposti per il salto di categoria. 4, 5 giocatori di livello e via verso la A. Tocca a Bigon e Rinaudo scovarli e portarli in rosanero.
Che strazio, ‘sta storia dell’ ”assolutamente guanciale” e ”assolutamente pecorino”. Fatto sta che a Roma, la carbonara, è un piatto eseguito troppo spesso con sciatteria, pesante, se non greve. Preferisco di gran lunga la versione più leggera, del Moro (‘Al Moro’), denominata ‘Spaghetti alla Moro’ con bacon affumicato, croccante, e parmigiano di qualità (Euro 23,00 – ben spesi). Antica ricetta della moglie del fondatore (il Moro, era lui), scelto da quel buongustaio di Fellini per interpretare Trimalcione, nel ‘Satyricon’. Ps Altri dettagli, solo su richiesta.
quindi non sai nemmeno mangiare.
Quanto a Verre, c’è da dire che il prato del Barbera (di nuovo spelacchiato?) si presta a simili prodezze. Ben tre, a mia memoria. Miccoli, Mascara e appunto Verre. Citati in ordine di preferenza (mia, s’intende), per difficoltà di esecuzione, ‘al volo’ i primi due, la posizione di Verre è comunque la più distante dalla porta, oltre la linea del centrocampo. Verre, romano de Roma, da sabato sera santo subito, per il tifoso rosanero. Vorrei ricordare che si tratta comunque di prestito, scadenza a breve, prossimo giugno (diritto di riscatto ma pure di controriscatto). Proprietà Sampdoria, di fatto già in B e in gravi difficoltà finanziarie (liberatasi, grazie al Palermo CG, di uno stipendio oneroso per un giocatore poco utilizzato). Difficoltà finanziarie che fanno ipotizzare una fine tipo Chievo (Genova ha un’altra squadra tra i professionisti). Non so, trattandosi di squadra (di maglia) mitica, scudettata, la squadra di Mancini e soprattutto di Gianluca Vialli, si inventeranno qualcosa, lì ove si puote ciò che si vuole. Come già successo con ‘il grande salto’ della Florentia/Fiorentina. Insomma non è certo il caso di un (vecchio) Palermo qualunque.
Sicuramente è stato un gran gol. Ma non si può vivere di rendita. Occorrono altre ottime prestazioni per raggiungere traguardi eccellenti.