“Zamparini non va arrestato”, scrive il Gip. Ma l’inchiesta va avanti

“Maurizio Zamparini non va arrestato”. E’ questo, in sintesi, quello che scrive il Gip Fabrizio Anfuso che ha respinto la richiesta della Procura della Repubblica di Palermo che avrebbe voluto gli arresti domiciliari per il patron del Palermo oggetto di un’inchiesta penale che va avanti da quasi un anno.

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La notizia, riportata in prima pagina dal Giornale di Sicilia e firmata da Riccardo Arena, è comunque abbastanza clamorosa. Secondo il giudice per le indagini preliminari non ci sono le esigenze di misure cautelari e anche in quest’ottica va spiegata la scelta di Zamparini di rinunciare due settimane fa a qualunque carica ufficiale all’interno del Consiglio di Amministrazione: in pratica, non ci sarebbero il pericolo di inquinare le prove e di ripetere i reati contestati, specialmente dopo le dimissioni da consigliere del Palermo. Il Gip non ha concesso nemmeno misure di grado inferiore, come l’interdizione dall’amministrazione di società.

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Le accuse della Procura riguardano i reati di autoriciclaggio, appropriazione indebita, riciclaggio commesso anche all’estero, violazioni fiscali e tributarie e falso in bilancio aggravato. L’inchiesta, che vede otto indagati, era partita un anno fa e il primo passo fu la perquisizione dei locali dello stadio Barbera, il 7 luglio 2017 e della abitazione di Zamparini. Le indagini ruotano soprattutto sulla vicenda relativa alla cessione del marchio del Palermo che ha riguardato Alyssa e Mepal e che secondo i giudici nasconderebbe alcune operazioni finanziarie non corrette.

FALLIMENTO PALERMO, NIENTE RICORSO

La vicenda penale, ovviamente, va avanti nonostante la decisione del Gip di non concedere gli arresti. Si è invece conclusa la vicenda relativa al fallimento della società sportiva: i giudici del tribunale a fine marzo hanno ritenuto – pur tra tante criticità – di non ritenere i conti societari in stato di decozione.

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